di Giorgia Rosi
Dall’ esigenza comune di ripartire e vivere insieme un momento di raccoglimento individuale e comunitario nasce il bisogno di rimettersi in cammino per la comunità capi del Catanzaro 4.
Una comunità in continua crescita e definizione che negli ultimi tempi ha vissuto tanti momenti di gioia ma anche qualche disavventura. L’anno non ancora del tutto passato è stato determinante e impegnativo per i membri di questo gruppo. Non è stato semplice reinventarsi, trovare modi nuovi ed efficaci per rimanere comunque tutti vicini, anche se a distanza.
Poca esitazione e tanta gioia hanno contraddistinto la modalità di azione dei capi, sempre pronti a fare del loro meglio, per esprimere con amore la loro scelta di servire.
Per questi ed altri motivi, lo scorso 29 agosto, tra Montauro e Petrizzi, si sono incontrati lungo la strada per riconciliarsi con la propria storia e i propri limiti.
Il cammino ha riservato ad ognuno di loro stanchezze ma anche opportunità: non si può mai del tutto sapere cosa la strada ha da offrire, difficile avere dall’inizio una visione chiara e sicura del percorso da intraprendere. L’unica importante certezza che ognuno dovrebbe poter portare nello zaino è quella dell’umana esigenza di partire, dal momento che la forza con cui il piede incontra il terreno ci fa sentire di essere radicati alla terra che abitiamo.
Non esiste uomo o donna che lungo la strada non incontri meraviglie; questo infatti è il luogo in cui le domande hanno origine, quelle giuste e veritiere. Una buona domanda è lo strumento più utile che un individuo può possedere ma se mettersi in cammino è necessario, altrettanto preziosa è la sosta.
La comunità capi nel corso dell’uscita si è preoccupata di riservare a sé anche i giusti momenti di ristoro e condivisione fraterna, curando meticolosamente i contenuti dell’attività, per essere pronti ad accogliere ogni occasione di condivisione.
Quello che rimane di questa esperienza è custodito nei cuori e nello zaino di chi l’ha vissuta. Probabilmente quello che ognuno ha appreso e conservato, si differenzia da persona in persona, ci sarà chi ha sentito il richiamo della strada con più fervore e chi ne ha udito appena il suono. Magari alcuni si saranno anche interrogati sul perché avessero spinto i loro passi così lontano, perché mettersi nella condizione di sentire tutta quella stanchezza ma come già anticipato, la strada, come la vita, è quell’avventura da intraprendere con coraggio e curiosità, pur non potendone prevedere o veicolare ogni progresso.
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